Niki Caro(North County – La storia di Josey) firma la regia de La signora dello zoo di Varsavia, un film drammatico che uscirà nelle sale italiane giovedì 16 novembre. L’adattamento cinematografico del libro di Diane Ackerman “Gli ebrei dello zoo di Varsavia” vede come protagonisti Jessica Chastain (The Martian, Interstellar, Miss Sloan – Giochi di Potere), Daniel Brϋhl(Rush, Capitan America – Civil War) e Johan Heldenbergh (Dio esiste e vive a Bruxelles, Alabama Monroe).
Nel periodo dell’occupazione nazista Jan Zabinsky, direttore dello zoo di Varsavia, e la moglie Antonina si ritrovano a fare i conti con le nuove politiche di allevamento del capo zoologo Lutz Hech, nominato dal Reich. Quando le persecuzioni ebree si inaspriscono trasformano il meraviglioso parco per animali in un rifugio, in attività fino al 1944, al fine di tutelare più abitanti possibili del ghetto di Varsavia. Dopo i bombardamenti del 39’nello zoo non vivono più cavalli, elefanti, giraffe, cammelli, lama, zebre, filini, scimmie e cervi; molte strutture vengono distrutte e molti animali corrono lungo la Vistola. Zabinsky partecipa alla rivolta di Varsavia del 44’, viene ferito ed imprigionato, ma riesce a tornare in patria nel 46’.
Nonostante i meravigliosi contrasti cromatici, l’incantevole cornice bucolica e una pittura quasi rupestre manca, a mio parere, una narrazione innovativa necessaria per raccontare una storia così rilevante, che rischia di scontrarsi, purtroppo, con un eccessivo perbenismo retorico.
Provo, però, a delineare quelli che, a mio avviso, sono due elementi o punti di forza da non sottovalutare. Nonostante i difetti, così come per Colonia, film del 2015 tra i cui interpreti ritroviamo Brϋhl, la pellicola ci permette di venire a conoscenza o di acquisire qualche dato in più su una vicenda degna di nota, ponendo luce sul coraggio di questa splendida famiglia che, mettendo a rischio la propria vita e quella dei loro figli, riesce a salvare circa trecento ebrei.
Inoltre l’abile pianista Antonina è interpretata da Jessica Chastain, la quale riesce a trasmettere il suo amore per la natura, per gli animali e la cui perseveranza e fermezza si contrappongono alle gabbie, ai bombardamenti e a quella feroce selezione “non naturale” cui ci si scontra. Personalmente l’ho venerata in Miss Sloane-Giochi di potere, inoltre recentemente si è dichiarata disponibile per ricoprire i panni di Beverly Marsh da adulta nel sequel It 2, esaudendo, così, un desiderio del regista Andreas Muschietti, con cui ha già precedentemente collaborato nel film La madre. Perché no?